FISIATRIA

La fisiatria o medicina fisica è la disciplina che si occupa della terapia fisica, utilizzata soprattutto nella riabilitazione motoria. A necessitare dell’intervento sono principalmente i pazienti affetti da patologie ortopediche e neurologiche, quali per esempio, rachialgie, scoliosi, postumi ed esiti di traumi e fratture, ictus cerebrali, morbo di Parkinson, SLA, demenze, e così via. Queste problematiche possono causare deviazioni anatomiche o funzionali con conseguenti deficit o perdita di autonomia della persona.

L’esecuzione della velocità di conduzione dei nervi o Elettroneurografia (ENG) e dell’elettromiografia ad ago (EMG) rivestono un ruolo fondamentale nello studio e nella diagnosi delle malattie neuromuscolari. L’esame deve essere sempre preceduto da una valutazione medica specialistica, mirata ed accurata. L’elettroneurografia è insostituibile per diagnosticare e precisare al meglio i quadri patologici del sistema nervoso periferico: le alterazioni del secondo motoneurone, del primo neurone sensitivo (cellula del ganglio della radice dorsale), delle radici, dei plessi, dei nervi, della giunzione neuromuscolare e dei muscoli. Può fornire utili informazioni su alcune patologie del sistema nervoso centrale : tremore, distonie, spasticità, lesioni del primo motoneurone ecc.. Lo scopo è di localizzare la lesione, fornire informazioni sul processo patologico sottostante, valutare la gravità e l’andamento temporale della malattia. Per ottenere tutto questo bisogna determinare: il tipo di fibra colpita (motoria, sensitiva o autonomica); definire se il meccanismo fisopatologico è di tipo demielinizzante o se il danno è assonale o misto; accertare se la demielinizzazione è primaria e se solo in seguito si è determinata la perdita assonale; se il danno è primariamente assonale e solo successivamente demielinizzante. In questo modo si può formulare una prognosi in relazione all’andamento temporale del processo patologico. Il recupero, se il danno è demielinizzante sarà celere, mentre se è assonale sarà più lungo. I tempi di recupero assonale sono limitati dalla velocità del trasporto assonale lento: 1 mm al giorno. Ci deve,sempre, essere correlazione tra i sintomi e segni riscontrati e le, eventuali, anomalie riscontrate nell’esame. L’ENG e l’EMG permettono di definire la progressione temporale delle anomalie riscontrate, in corso di indagine, definendo il quadro dell’esame come: iperacuto, meno di una settimana; acuto, poche settimane; subacuto, pochi mesi; cronico, superiore a pochi mesi.

Dr. Sergio AnglaniFISIATRA
Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita presso l’Università Aldo Moro di Bari.
Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione.
Specialista in Neurofisiologia-Elettromiografia